E’ andata. Rotto il ghiaccio con il Focarone dell’Ascensione: dare fuoco alla catasta di legna raccolta e gelosamente custodita, simbolo di purificazione che simula la salita al cielo di Gesù Cristo, quaranta giorni dopo la sua risurrezione. Un esordio fibrillante che ha messo a dura prova la consistenza di questo già coinvolgente gruppo. Alla vigilia remore e incertezze ci hanno accompagnato come inevitabile che sia quando ci si presenta da imperfetti novizi. La capacità organizzativa non ha fatto difetto a questo gruppo: giornate intense, timori legittimi, cielo plumbeo, quanto bastava per far scricchiolare “l’impalcatura”. La partecipazione dei generosi compaesani, sempre sensibili al rinnovo delle tradizioni, ha fatto sì che tutto scivolasse via con naturalezza: padroni dell’evento ma spettatori della situazione creatasi. Bilancio molto positivo, qualche comprensibile sfumatura da rivedere e correggere e tanto piacere nel constatare la soddisfazione degli astanti accorsi. Peccato per i bambini che non hanno potuto sfogare la propria vitalità con giochi e animazione che sarebbero stati allestiti se le condizioni atmosferiche non avessero deciso di tenerci in allerta fino al calar del sole. L’aspetto più confortante è comunque risultato la cementazione empatica del gruppo, quando uno sguardo sprigiona emozioni che mille parole non riuscirebbero a raccontare: un vuoto di parole pieno di vita.
Focarone 2018
